Cari viaggiatori, volevo aggiornarvi su una piccola decisione che ho preso in merito a questa rubrica: siccome voglio che sia una rubrica pratica, concreta, nella quale vi potete rivedere e che soprattutto sia utile per voi, userò degli esempi per spiegare meglio delle situazioni. In questi esempi riporterò eventi della mia vita o esperienze che ho vissuto in prima persona. Non è una questione di “narcisismo”, ma semplicemente faccio ciò per alcuni motivi: privacy, anonimato e rispetto per coloro che non desiderano essere citati. Se vi incuriosisce scoprirete qualcosa di me articolo dopo articolo così che grazie ai vostri commenti e alle vostre esperienze, se volete condividerle, ci conosceremo meglio!
Per quel che riguarda l’articolo di questa settimana…
Così ho deciso e così farò!”…ebbene avete scelto: si parte! Per coloro di voi che hanno preso questa decisione, che sia stata facile o un po’ più sofferta, probabilmente lo scenario è questo: pensate già alle cose da mettere in valigia, cosa portare, cosa lasciare, cosa studiare, che lavoro fare, quando dirlo agli amici, come dirlo al/alla vostro/a lui/lei, quanto sarà bella l’esperienza, se a Natale e Pasqua tornerete a casa..insomma l a vostra mente è già li: ma lì DOVE?
Vorrei mettere la vostra testa in “pausa” per un attimo e proporvi qualche riflessione in merito a come scegliere dove andare. Lo faccio perché ritengo che il luogo che sceglierete sarà di fondamentale importanza per l’intera esperienza: nel raggiungere gli obiettivi che si viete prefissati, esaudire le aspettative che vi siete creati e adattarvi nel modo migliore possibile.
– Se andate a vivere all’estero con un obiettivo preciso (studiare, lavorare, ecc….) credo che il criterio più utile sia quello di andare dove ci sono le specifiche opportunità e specializzazioni che cercate (io per esempio sono andata a Londra perché l’università dove ho frequentato il Master e il PhD è una delle due (per il Master) e delle poche (per il PhD) al mondo ad offrire programmi di Psicologia Interculturale: non avevo molte possibilità!). In questo caso non avete molta scelta, dovrete adattarvi un po’ e il luogo potrebbe rivelarsi favorevole per gli altri aspetti di cui parleremo sotto oppure un po’ più difficoltoso: valutate bene le vostre priorità e partite con un approccio aperto!
Credo sia inoltre utile considerare:
– La lingua: è considerata il primo fattore di adattamento in un nuovo paese. E’ attraverso di essa che possiamo vivere: comunicare con gli altri, lavorare, avere una vita sociale, ecc….Ovviamente se andate in un paese la cui lingua è a voi già nota siete un bel passo avanti nel processo di adattamento e integrazione. Se invece non ne sapete nulla faticherete un po’ all’inizio ma con impegno e determinazione migliorerà con il tempo. I miei personali consigli sono: cercare di imparare un po’ la lingua prima di partire e valutare quanto siete disposti ad investire per il vostro obiettivo (io per esempio, non credo sarei disposta a frequentare un corso universitario o un posto di lavoro dove non si può parlare inglese e la cui lingua madre reputo estremamente difficile per scrittura e linguaggio).
– Amici, conoscenti, famiglia sul posto: avere queste persone nel posto dove andrete è una grande risorsa: dal punto di vista emotivo, affettivo, informativo, sociale, ecc…..Immagino che non sarà il criterio fondamentale per decidere (in caso aveste un obiettivo particolare), ma sarà sicuramente di aiuto una volta che inizierete la vostra vita lì.
– La cultura: la cultura si manifesta attraverso le cose più disparate: lo stile di vita, il cibo, gli abiti, il clima, la mentalità, i costumi, le tradizioni, le festività, gli atteggiamenti verso gli immigrati, ecc….in questo caso, considerate(consiglio di documentarvi un po’!) che idea vi siete fatti della cultura del paese scelto, come vi immaginate di viverci e se può essere compatibile per una vita sufficientemente soddisfacente per voi.
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Gaia