Tutto il resto era ancora nulla. Inventarlo – questo sarebbe stato meraviglioso. (Baricco)
Marianna Pilato (1984), laureata in Lingue e Letterature straniere a Torino è espatriata per la prima volta nel 2005 a Lipsia (Germania) per il programma Erasmus e vi è rimasta 12 mesi. Dopo il rientro in Italia si è diplomata nella Scuola di Teatro Tangram a Torino, dove ha lavorato come attrice per agenzie di eventi e per LA 7. Nel campo sociale ha lavorato come educatrice presso scuole pubbliche e svolto volontariato all’estero. Dopo un soggiorno linguistico a Barcellona, la passione per la vita all’estero l’ha spinta a trasferirsi per un anno a Ratisbona (Germania) a studiare un Master binazionale in Studi Interculturali Europei, grazie ad una convenzione tra l’ Università di Ratisbona e la Complutense di Madrid.
Da sempre interessata al settore dell’interculturalità, ha lavorato nel centro culturale ispano- tedesco “Forschungszentrum Spanien” a Ratisbona e come “assistente -studenti Erasmus” in un Ateneo privato. Ha partecipato inoltre ad uno stage di formazione nell’ufficio stampa dell’impresa tedesca Infineon. A Berlino è rimasta tre mesi per un tirocinio presso il Freies Museum Berlin nell’organizzazione di eventi artistici con la collaborazione della Biennale di Berlino. A Madrid ha fatto la ragazza alla pari e traduttrice su commissione.
Dal 2010 fa parte del progetto Young Ambassadors of Intercultural Dialogue del Ministro dell’Educazione della Slovenia. Dal 2011 è membro volontario del Centro Hispano-Marroqui di Madrid.
Attualmente vive nella capitale spagnola dove sta scrivendo la tesi di fine Master sulle politiche culturali dell’Unione Europea. La prossima destinazione è working in progress!
Parla: italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo
Sta cercando di parlare: arabo, polacco e svedese
“Goodbye Mamma è per me un modo di vedere la vita. La mia esperienza vuole essere un aiuto concreto su più fronti per tutti coloro che vorranno intraprendere un’esperienza internazionale.
Il mio goodbye è alla vita ferma, a quella che non sa rischiare e ci fa addormentare senza sogni. Ai giorni che ci dimenticano nella noia e non si sanno reinventare.
Alla vita ad un binario, senza stazioni che ci permettano di osservare e sentire quante vite abbiamo ancora a disposizione in una sola. Al mio sguardo, per mischiarlo in quello del mondo con la curiosità di un bambino e la razionalità di un adulto. That’s my own Goodbye Mamma”